DELFINO
Il delfino e', a parere di molti, lo stile piu' spettacolare da vedere ma anche il piu' difficile e faticoso da nuotare. Effettivamente per poter imparare questo stile bisogna avere una piu' che buona preparazione fisica e una perfetta coordinazione motoria in acqua. Anche in questo caso, la parte piu' importante della nuotata e' rappresentata dalla bracciata. Nonostante tutto pero', anche le gambe sono molto importanti e il loro movimento e' molto complesso e spesso risulta piu' difficoltoso della bracciata.
La bracciata a delfino
Come ho gia' accennato, la bracciata e' molto importante e difficile da effettuare ma, una volta imparata permette ad un nuotatore di esprimere ena nuotata gia' molto buona. E' infatti possibile sostituire, per i primi tempi, la gambata a delfino con quella a rana che e' un po' piu' facile. Questo stile ibrido ha anche un proprio nome che e' farfalla.
Entrando piu' nei particolari vediamo che le braccia, nella fase di entrata in acqua sono leggermente piegate con i gomiti verso l'esterno e le punte delle dita verso l'interno. E' molto importante dire che le mani, nell'ingresso in acqua non devono sbattere ma la prima parte ad immergersi sono questa volta i pollici. La posizione corretta e' evidenziata nella figura a fianco. Una volta in acqua le mani iniziano la "fase di presa" che determina lo spostamento in avanti dell'atleta. In questa fase il braccio risulta quasi teso e la traiettoria della mano non e' rettilinea ma disegna una specie di curva come e' indicato dalla figura.
Alla fine della triettoria il braccio e' teso all'indietro e viene recuperato verso la testa con i pollici della mano rivolti verso il basso i polsi piegati indietro. E' molto importante non far strisciare le braccia sul pelo dell'acqua altrimenti si subirebbe una brusca frenata che risulterebbe dennosa ai fini della nuotata. La testa, va mossa in coordinazione con la bracciata: si respira in avanti durante la fase di recupero delle braccia e si immerge la testa da quando le mani sono distest in avanti fino a che e' terminata la fase di trazione.
Solitamento si respira ogni due bracciate, ossia si alza la testa dopo due giri di braccia, ma cio' comporta un buon allenamento e dopo poco potrebbe provocare la mancanza di fiato. Per le prime volte e' quindi consigliabile rispirare ad ogni bracciata.
La gambata
Il movimento delle gambe, in questo stile, e' molto difficile da imparare ed e' anche molto diverso da tutti quelli fino ad ora analizzati.
Le gambe vanno infatti tenute unite e mosse contemporaneamente. I piedi vanno tenuti distesi e non a martello e il bacino deve ondeggiare su e giu' assecondando il movimento delle gambe. Per convenzione bisogna fare due colpi di gambe ogni bracciata, uno piu' accentuato quando le braccia hanno appena iniziato la fase di recupero e uno piu' morbido successivamente. La posizione corretta e' indicata nelle quattro figure a fianco. Questa tecnica di nuotata non puo' essere appresa senza che ci sia qualcuno ad insegnarvela, quindi consiglio vivamente di non provarci da soli ma seguiti o da un istruttore o da un amico che svolge questo sport a livello agonistico.
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